
Giovedì 24 aprile ore 20.45


La sorella di Gregor Samsa
di
ROBERTO RIVIELLO
con
ROMINA BONCIANI
KLAUDIA GUAZZAROTTI – violino
regia ROBERTO RIVIELLO
Una violinista esegue le sonate per violino solo di Bach, mentre Grete, vestita sobriamente, con i capelli ormai grigi, sta leggendo un libro (La Metamorfosi di Franz Kafka).
Siamo verso la fine degli anni ’30, in un luogo non identificato dell’Austria o della Germania.
Grete ricorda il tempo felice, quando anche lei suonava il violino e nella sua famiglia si conduceva una vita agiata, fino al disastro: la sconfitta della Germania al termine della Prima guerra mondiale, la crisi economica, il padre che perde il lavoro, e poi la malattia mentale di Gregor. Se la prende con quello “scrittore ebreo” che ha raccontato la storia di Gregor, inventandosi la vicenda della “Metamorfosi” e incolpando i genitori e lei stessa della sua morte. Ma la verità – così dice – è che suo fratello era un inetto, inadatto al lavoro e asociale per natura, soffriva di una grave forma di depressione che gli causava allucinazioni (come quella di vedersi trasformato in un orribile insetto); e per questo si chiuse nella sua camera e rifiutò il cibo, fino a morire di stenti. Per le malattie mentali non c’erano cure ai suoi tempi. Oggi invece – dice Grete – si prevengono, grazie alla politica di eugenetica del Terzo Reich: “Mio fratello, lo ripeto ancora una volta e scusatemi se insisto sull’argomento, era un debole e un incapace, e un asociale. Mio fratello, probabilmente, bisognava curarlo quando era ancora un bambino, come si fa oggi: ci sono delle cliniche apposta per i bambini problematici, handicappati, ritardati… Io non so dirvi esattamente che terapia gli facciano in quelle cliniche ma una cosa la so per certo: se andate per strada non incontrate più malati di mente o alcolizzati o ritardati. E non ci sono più neppure gli zingari che una volta se ne andavano in giro sporchi e pieni di pulci, con quei bambini che sembravano scimmiette e che danzavano al ritmo dei tamburelli.” Se la Germania non avesse perso la guerra, se suo padre non avesse perso il lavoro e se Gregor avesse lavorato come fanno tutte le persone normali, lei avrebbe potuto continuare a studiare il violino e forse sarebbe diventata una grande violinista. Ma ora, nella nuova Germania, le cose sono cambiate… e lei pensa di riprendere a suonare il violino. La violinista ritorna sulla scena ed esegue un’altra sonata di Bach.
